Dal primo al tre luglio, primi giorni utili per i convegni in presenza secondo il decreto del maggio 2021, si terrà a Napoli e a Santa Maria Capua Vetere il Convegno Internazionale Raffaello 1520-2020 (+1)originariamente previsto per i giorni 3-5 giugno 2020 e rimandato per via dell’emergenza pandemica.

Il convegno internazionale Raffaello 1520-2020 (+1) è organizzato dall’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, ha ottenuto il patrocinio del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio ed è stato rinviato di un anno a causa della pandemia, come la mostra Raffaello a Capodimonte. L’officina dell’artista (fino al 13 settembre 2021), a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza, in corso al Museo e  organizzata dagli stessi enti.

Il convegno si propone di offrire una occasione di confronto tra i maggiori studiosi europei del maestro urbinate, di consentire una riflessione e una discussione comune su alcuni dei temi principali emersi in questi decenni di studi e di discutere delle numerose prospettive di ricerca aperte in questi anni.

Nel corso del convegno internazionale saranno illustrati anche i risultati delle indagini diagnostiche condotte insieme all’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR e i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’INFN di Catania ed l’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche del CNR (SCITEC) di Perugia alla base della mostra.

Tre giorni di confronto intenso tra studiosi che mira ad accrescere le conoscenze sul pittore ‘maestro di grazia e di armonia’, come avvenne nel 1983 per il quinto centenario della sua nascita quando furono organizzate una serie di iniziative (esposizioni, convegni e restauri) che fecero aumentare straordinariamente le informazioni su Raffaello, favorendo anche la diffusione di cospicue novità nelle metodologie di studio, rivoluzionando la percezione del maestro, avvicinandolo alla sensibilità dei nostri tempi, descrivendolo non più tanto come simbolo di una astratta perfezione, quanto come inesausto sperimentatore e innovatore.

In quella occasione fu lanciata una vastissima campagna di studio e di restauri i cui effetti si vedono chiaramente oggi: quasi tutte le opere del maestro sono state oggetto di nuove ricerche, di indagini scientifiche e di restauri. Il catalogo delle opere dell’artista estremamente ridotto negli studi tra Otto e Novecento, per via di una visione troppo restrittive e unilaterale (Raffaello il pittore ‘della grazia e dell’armonia’) si è allargato recuperando tutta la fase finale della carriera dell’artista, che i contemporanei avevano vissuto come un apice ineguagliabile, ma che il gusto romantico e purista aveva rifiutato, distribuendo le opere tra allievi e collaboratori.

Si è così restituita la titanica complessità dell’artista, che è tornato ad essere considerato uno dei più straordinari innovatori di tutti i tempi. Gli studi sui disegni, sul lavoro della sua bottega, sulla funzione delle opere, sul rapporto con i letterati hanno portato un nuovo modo di guardare alle opere d’arte del Rinascimento; il Raphael Symposium di Princeton ha aperto una nuova stagione per gli studi storico artistici integrando il lavoro degli storici con quelli dei tecnici della diagnostica e del restauro. I restauri poi, come la vasta campagna condotta in Vaticano sugli affreschi delle Stanze, ma anche quelli di opere come la Madonna del Divino Amore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, hanno contribuito in maniera notevolissima ad allargare le conoscenze sulla tecnica dell’artista, sulle qualità materiali delle sue opere, sulle pratiche di ideazione di esecuzione.

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