A Palazzo Baldeschi il coinvolgimento dei cittadini umbri ha portato in esposizione nuovo materiale che testimonia l’esperienza umbra della Grande Guerra

PERUGIA – Una mostra che si arricchisce nel tempo grazie al contributo di esperti, collezionisti, cittadini e familiari di combattenti umbri. “La Prima Guerra mondiale e l’Umbria” organizzata dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Perugia e Cariperugia Arte aperta a Palazzo Baldeschi lo scorso 24 febbraio, sta incrementando di giorno in giorno il materiale in esposizione, a testimoniare un coinvolgimento inaspettato rispetto un progetto nato per ricordare un evento che ha segnato drammaticamente l’Italia e l’Umbria.

Il percorso curato da Marco Pizzo partendo dal nucleo centrale della mostra patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione, allestita lo scorso giugno al Vittoriano, è stato da subito sviluppato dal curatore stesso con una sezione dedicata all’Umbria, dove spicca la figura di Vincenzo Valentini, figlio dell’allora sindaco di Perugia morto giovanissimo in guerra.

La sezione umbra è stata poi impreziosita dal materiale proveniente dalla collezione privata di Luciano Valentini, discendente di Vincenzo, che ha messo a disposizione un ritratto del giovane prima della sua partenza al fronte, alcune lettere originali, cartoline e libri.

Ancora. Nelle sale sono state collocate due divise da ufficiale appartenenti a Giulio Romano Spalazzi, altro umbro che ha combattuto sul Piave nel 1918. Le divise sono state fornite dalla nipote Angela Maria Spalazzi Caproni, che ha in progetto di creare un archivio dedicato a Giovanni Caproni presso la sede di Fontignano dell’azienda di agricola di famiglia dove, oltre ad alcuni schizzi ritrovati dell’architetto Caproni, (è lui ad aver disegnato il piccolissimo Teatro di Monte Castello di Vibio), troveranno spazio le due divise appartenute a Giulio Romano Spalazzi ed alcune sue lettere. Tale contributo all’allestimento della mostra, ha un valore ancora più simbolico per il fatto che Gianfranco Spalazzi, padre di Angela Maria Spalazzi Caproni scomparso nel 2010, è stato membro del Comitato di indirizzo della Fondazione cassa di Risparmio di Perugia.

Ma all’ingresso di Palazzo Baldeschi spuntano altri prestigiosi nomi e testimonianze umbre legate al primo conflitto mondiale. Due bacheche sono state allestite con documenti di varia natura forniti dall’Associazione cultuale Archivi Gerardo Dottori che testimoniano l’esperienza dei 40 mesi di guerra vissuti dal pittore futurista Gerardo Dottori: ci sono fotografie, cartoline ed una serie di scritti che offrono un importante spaccato della vita dell’artista durante il periodo della guerra, attraverso disegni, racconti e parolibere.

Grazie all’interessamento del collezionista Francesco Allegrucci, a valorizzare ulteriormente la mostra sono arrivate anche le varie onorificenze al valore militare rilasciate al Tenente perugino Fabio Danzetta, nonché le edizioni di “La guerra delle Nazioni”, la collana editoriale pubblicata dai Fratelli Treves di Milano nel corso della Grande guerra dove fu largamente usata la fotografia accanto ai testi che raccontavano la guerra nel suo svolgimento. Colpisce, in particolare, il sottotitolo, “nel 1914,1915,1916…..Storia illustrata”, con i puntini che stanno ad indicare che non si sapeva quando la guerra sarebbe finita e che c’era tutto il tempo per raccontarla.

Provenienti dalla collezione dei fratelli Petro, Paolo e Fortunato Villelm Korosèc, ci sono le lettere scritte alla moglie di Guglielmo Angeli, soldato nato a Gualdo Tadino disperso sul Pasubio nel 1916. Ultimo arrivato, il diario originale del perugino Luigi Giappesi da cui i familiari, prima fra tutte la nipote Anna Maria, hanno voluto realizzare il libro “30 mesi di prigionia di guerra”. In quelle pagine c’è il racconto di ben 2 anni e mezzo di vita trascorsi al campo di Beregszasz, in Ucraina, al quale Luigi Giappesi è sopravvissuto.

La mostra rimarrà aperta fino al 2 giugno, chissà che non arrivino altre sorprese.

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