ORVIETO – Umbria Jazz, nella sua versione invernale, andrà in scena a Orvieto, come ogni anno dal 1993. Una novità per questa edizione sarà la durata del Festival: un giorno in più rispetto gli ultimi anni, dal 27  dicembre al 1° gennaio. Sei giorni di musica di qualità con il valore aggiunto di un’ambientazione unica: il centro storico di una delle più belle e affascinanti città dell’Umbria.
Il cartellone di quest’anno cerca di coniugare, com’è tradizione della manifestazione, musica d’autore e intrattenimento di qualità, jazz impegnato e spettacolo, concerti per puristi e generi in grado di soddisfare i numerosi spettatori che ogni anno affollano la rupe orvietana. I musicisti sono spesso riproposti in situazioni e spazi diversi per dar modo di esprimere i diversi aspetti della loro identità artistica e al contempo
dare al pubblico la più ampia scelta di orari e location.
La formula viene confermata, nei suoi aspetti essenziali e quindi: musica a 360 gradi: jazz, blues, gospel, soul a ogni ora del giorno fino a tardissima notte.
Molti i nomi importanti in programma: Joe Lovano, Chris Potter, Anat Cohen, Davell Crawford, Jonathan Batiste, Paolo Fresu, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Chiara Civello, Nicola Conte, Tullio De Piscopo, Giovanni
Guidi e i Quintorigo. Serata conclusiva in collaborazione con Musica Jazz e il “TOP JAZZ 2014”, i migliori musicisti vincitori del referendum indetto annualmente dalla più prestigiosa rivista jazz italiana.
Location d’eccezione come da tradizione, il magnifico Duomo, progettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento, che farà da cornice, nel pomeriggio di Capodanno alla Messa della Pace impreziosita dalla presenza della musica gospel. Espressione e sintesi di culture e religiosità diverse che grazie alla musica si incontrano rendendo indimenticabile l’esperienza. I concerti serali si svolgono al Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1886, sintesi dei principali caratteri dell’architettura orvietana, al Palazzo del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta nel Duecento, al Palazzo dei Sette, eretto a cavallo del Trecento, caratterizzato da volte e archi possenti e affiancato dalla pregevole Torre del Papa. Suggestivo anche il Ristorante San Francesco, situato in un edificio che ospitò nel 1200 un convento francescano, location del gran cenone di fine anno la notte del 31 dicembre a suon di jazz e sede ideale dei jazz lunch e dinner.
I PROTAGONISTI DELLA VENTIDUESIMA EDIZIONE DI UMBRIA JAZZ WINTER.
Il jazz italiano grande protagonista di questa edizione. Si inizia con Paolo Fresu e Danilo Rea, che si offrono al pubblico in molteplici progetti: il primo in duo con Omar Sosa, Daniele Di Bonaventura, e con lo stesso Rea, che a sua volta si presenta con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, ossia i Doctor 3, e in piano solo. Anche il trombettista Fabrizio Bosso è impegnato in diverse situazioni: in Su diversi fronti musicali si propone anche il pianista umbro Giovanni Guidi: con la Rebel Band diretta da Dan Kinzelman e in duo con il trombonista di punta del jazz italiano Gianluca Petrella. Progetto particolarissimo quello della cantautrice Chiara Civello, che presenta il suo ultimo lavoro “Canzoni”, nel quale troviamo brani del repertorio italiano che vanno dagli Anni 60 fino ai giorni nostri come non sono mai stati ascoltati finora, donando loro una nuova e innovativa anima. Ad accompagnarla Nicola Conte, produttore dell’album, con il suo Combo. La prima esibizione vedrà inoltre sul palco anche l’Orchestra Sinfonica di Massa Carrara diretta da Giacomo Loprieno.
Renato Sellani ci ha lasciato da poco, ma la sua musica sarà comunque a Orvieto grazie all’omaggio musicale che tre amici gli hanno voluto dedicare. Danilo Rea, Tullio De Piscopo e Massimo Moriconi  lo ricorderanno con le note che in tanti anni Renato ci ha fatto ascoltare con passione e affetto.
A due grandi musicisti sono dedicati due progetti particolari. Sono passati cinquant’anni, era il 1964, dall’uscita di “A Love Supreme” di John Coltrane, pietra miliare della storia del jazz. A Orvieto il quintetto
capitanato da Joe Lovano e Chris Potter, con Lawrence Fields, Cecil McBee e Jonathan Blake, farà rivivere le magiche note di un capolavoro assoluto. Originale anche l’idea dei Quintorigo che con Roberto Gatto
offrono un sentito, onesto, filologico e sperimentale ringraziamento a Frank Zappa. Un’opera monografica, accurata nella sua veste teatrale e scenografica che vuole fare conoscere e riscopire l’universo zappiano
con uno spettacolo che si candida come uno dei protagonisti del 2014. Dedicato alla musica brasiliana il nuovo progetto in quartetto di Anat Cohen, clarinettista che il pubblico di UJ ben conosce per averla ammirata in precedenti edizioni sia a Orvieto che a Perugia. Un ritorno per Jonathan Baptiste, classe 1986, che può essere considerato una delle nuove grandi promesse della cultura musicale jazz americana. Questa volta ad accompagnarlo gli Stay Human, con i quali dimostra tutta la sua versatilità e capacità improvvisativa. Per lui anche una serata in duo con Dawell Crawford, all’insegna della tradizione musicale di New Orleans.
Tradizione che Crawford, conosciuto come il “Principe di New Orleans” interpreta anche con la sua band in chiave gospel e R&B: saranno loro infatti ad animare la tradizionale Messa di Capodanno in Duomo.
All’insegna del sound della città della Louisiana anche le performance del settetto diretto da Don Vappie e Evan Christopher, dall’inequivocabile titolo di “New Orleans Now”, dei Blues Express di Patrick Williams e della Road Home Band di Cynthia Bland. Come tradizione del Festival due esibizioni quotidiane della marching band per le vie del centro storico: i popolari Funk Off, interpretano a modo loro la formula della street band con grande senso dello spettacolo e una originale evoluzione artistica che rivitalizza un genere vecchio di un secolo: da non perdere il loro show on stage la notte di Capodanno.
Tutti i giorni infine buon cibo, degustazioni e musica jazz, ma non solo, dalla tarda mattinata a notte fonda al Palazzo del Popolo, al Palazzo dei Sette e al Ristorante San Francesco. Debutto al Festival per Ainé, uno dei migliori nuovi talenti della musica italiana e unico rappresentante del contemporary r&b in Italia, e per il trio di Todd Day Wait, che propongono un mix di blues, folk, country, R&B, e soul. Graditi ritorni per KJ Denhert, cantante-chitarrista autrice di folk-jazz, come lei stessa definisce

 

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