Giuseppe Severini, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, è intervenuto a Perugia all’incontro organizzato dalla Fondazione Cariperugia Arte in merito alla Legge 78 che riguarda la tutela delle vestigia della Grande Guerra

PERUGIA – Luoghi fisici che si sono trasformati in Storia. La natura che si erge a memoria tangibile con i suoi forti e fortini, le gallerie, le trincee, gli ospedali da campo e qualsiasi altro manufatto testimonianza della Grande Guerra. Sì, perché la Prima guerra mondiale ha avuto una caratteristica particolarissima ed unica: un fortissimo legame con il territorio che ancora si “legge” nei paesaggi dove si è combattuto il conflitto, intrisi di resti materiali. Un vero e proprio patrimonio culturale che ancora oggi rischia di andare progressivamente disperso a causa dell’azione del tempo e della mano dell’uomo e della cui salvaguardia intende farsi carico la Legge n° 78 del marzo 2001.

Una legge sulla quale c’è anche la mano umbra. Dopo aver girato per quei luoghi, l’umbro Giuseppe Severini insieme a Daniele Ravenna – oggi dirigente del Ministro dei beni culturali – scrisse un progetto di legge per salvaguardare queste tracce materiali dalla dispersione che fu portato avanti da un senatore che era anche uno dei principali storici della Grande Guerra, Alberto Monticone.

A mettere in evidenza l’importanza di questa legge è stato proprio Giuseppe Severini, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, intervenuto ieri all’incontro “La legge di salvaguardia delle vestigia della Grande Guerra” che si è tenuto a Perugia a Palazzo Graziani, sede delle due Fondazioni, inserito nel ciclo La Grande Guerra voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzato dalla Fondazione Cariperugia Arte. Presente anche Paola Monacchia, Presidente della Deputazione di Storia Patria dell’Umbria, istituto che ha collaborato alla realizzazione dell’incontro.

Ad introdurre i lavori il presidente della Cariperugia Arte, Giuseppe Depretis, che ha ricordato l’impegno della Fondazione nell’organizzazione degli eventi culturali, a cominciare dalla mostra su Machiavelli allestita a Palazzo Baldeschi fino allo scorso gennaio a quelle ancora in corso: a Perugia “La Prima Guerra mondiale e l’Umbria” sempre a Palazzo Baldeschi fino al 2 giugno e ad Assisi “A Gerusalemme! Immagini dei Francescani in Terra Santa, a Palazzo Bonacquisti fino all’8 novembre. Depretis ha anche sottolineato la partecipazione numerosa del pubblico alle conferenze di approfondimento organizzate a margine di ciascuna delle esposizioni.

 

Nel suo intervento Severini ha ricordato che la Legge 78 riguarda i circa 650 i chilometri del fronte tra il 1915 e il 1917 (dal Passo dello Stelvio fino alle foci del Timavo) a cui si aggiunge un altro fronte di circa 140-150 chilometri sulla linea Grappa-Piave. Quindi sono quasi 800 chilometri lineari, direttamente teatro della Grande. Inoltre, seppure secondariamente, è interessato tutto il territorio nazionale, perché tra quelle che la Legge chiama “vestigia”, vi è anche lo strumento primo della costruzione della memoria e dell’elaborazione del lutto della Grande Guerra, cioè quei monumenti ai caduti che sono presenti in tutti i centri abitati d’Italia, Umbria compresa.

In sostanza, l’intervento legislativo ha l’obiettivo di promuovere tutte le azioni tese alla tutela e alla valorizzazione di tale patrimonio materiale la cui scomparsa sarebbe una grande perdita per la memoria storica della Grande Guerra, da un lato impedendo che gli interventi alterino il carattere testimoniale dei manufatti, dall’altro incentivando a “far fare” attraverso un principio di sussidiarietà che, aldilà dell’intervento dello Stato, intende attivare la collaborazione tra i privati e le comunità locali affinchè manifestino maggiore interesse, maggiore cura, maggiore attenzione per queste cose che caratterizzano il loro territorio e che, oltre ad essere fonte di storia e di memoria, sono anche potenziale fonte di reddito per un turismo tematico.

 

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