Si segue una nuova linea storiografica, una visione diversa dall’approccio tradizionale che “vuole andare a conoscere la guerra vissuta dai singoli, l’esperienza personale di ciascun soldato”. L’Umbria ne persi ben 11mila sui campi di battaglia durante il primo conflitto mondiale.

Lo ha ricordato il direttore del Museo centrale del Risorgimento di Roma, Marco Pizzo, curatore della mostra “La Prima guerra mondiale e l’Umbria”, a Perugia per l’inaugurazione del percorso espositivo allestito a Palazzo Baldeschi dal 25 febbraio al 2 giugno dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dalla Fondazione CariPerugia in occasione del centenario della Grande guerra.

Il taglio del nastro è stato preceduto da un evento in diretta streaming a partire dalle 17.30 sul canale web www.fondazionecariperugiaarte.it ed in tv sul canale 210 Umbria Tv Gold, che si è tenuto a Perugia, presso un’affollatissima Sala dei Notari, durante il quale sono intervenuti il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Carlo Colaiacovo, il presidente della Fondazione Cariperugia Arte, Giuseppe Depretis, il presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, Franco Marini e lo stesso Marco Pizzo.

“Lo spirito dell’iniziativa – ha sottolineato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Carlo Colaiacovo – è quello della rievocazione critica di una vicenda che nella storia europea contemporanea ha rappresentato un autentico spartiacque”. “Da un lato – ha detto Colaiacovo – vorremmo poter cancellare quell’orrore e accontentarci di definire la Grande Guerra, con le parole profetiche e ammonitrici di Benedetto XV, una “inutile strage”. Dall’altra abbiamo però il dovere civile prima che intellettuale di comprendere le complesse ragioni che portarono a quella deflagrazione, le conseguenze che essa produsse e che non possono essere considerate tutte negative”.

Nel ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa, il presidente Colaiacovo ha rimarcato che “rappresenta il punto di partenza di un vasto e articolato programma di iniziative che si svolgerà sul nostro territorio nell’arco dei prossimi tre anni” coordinato dalla Prefettura.

Un lungo applauso quando il presidente Colaiacovo, richiamando il sacrificio di Vincenzo Valentini – giovane volontario figlio dell’allora sindaco di Perugia morto in guerra –  ha ringraziato per la loro presenza all’incontro Antonio e Luciano Valentini, discendenti di Vincenzo.

Anche Franco Marini nel prendere la parola ha ricordato la figura di Vincenzo Valentini, leggendo alcune frasi tratte dal suo diario da cui si evince l’impotenza di fronte ad una guerra che “è stata una rottura della storia non solo per l’evento guerra in se stesso, ma anche per il legame con le difficoltà che viviamo oggi”. Inevitabile il ricordo del passato, dunque, delle tante famiglie italiane ed umbre “colpite da una tragedia che solo in Umbria ha comportato 11mila morti”. “Ma ricordare la guerra, in particolare la Prima guerra mondiale – ha sottolineato Marini – vuol dire fare un’analisi del presente per non commettere gli stessi errori”. C’è da riflettere sul fatto che “la Seconda guerra mondiale – ha aggiunto – è stata una propaggine della prima” e oggi, alla luce dei fatti che stanno accadendo nel mondo, è importante che la situazione non sfugga di mano “perché basta una scintilla”.
Fondamentale, dunque, “la costruzione di una politica europea ancora inesistente” ha concluso Marini citando anche l’invito di Papa Francesco alle attenzioni necessarie oggi “per non cadere in un’altra guerra mondiale”.
Il presidente di Cariperugia Arte, Giuseppe Depretis, ha ribadito “l’impegno della neonata Fondazione nella promozione di eventi, iniziative e appuntamenti di natura artistico-culturale in modo coordinato e continuativo nelle diverse sedi e strutture espositive della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia” così come l’importanza di “creare spazi di discussione e di confronto civile ed evitare una fruizione puramente passiva degli eventi culturali”. Ciò spiega l’idea di accompagnare le mostre con seminari, conferenze, incontri pubblici ed eventi.

Al termine dell’incontro il taglio del nastro a Palazzo Baldeschi al quale, insieme alle autorità locali, hanno preso parte anche i due eredi di Vincenzo Valentini. Poi la visita alla mostra, un percorso che restituisce testimonianze particolarmente coinvolgenti, perché non c’è persona che durante il primo conflitto mondiale non sia stata colpita da un lutto, dalla morte di un familiare, di un amico, di un compagno di scuola.

A distanza di cento anni la memoria è ancora viva, in Italia e nella stessa Umbria, dove il rapporto tra la popolazione umbra e i chiamati al fronte fu, come mostrano i dati del ministero della Guerra, il più alto in assoluto, con l’impegno al fronte di 968 giovani ogni 1000 chiamati a combattere, in pratica l’intero contingente in età militare.

Il nucleo centrale – composto da materiali conservati presso gli archivi dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, dell’ICCU (l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico), dell’Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi e dell’Istituto Luce – Cinecittà –  viene dalla mostra patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione, allestita a Roma a maggio 2014 presso il Complesso Monumentale del Vittoriano.

Tale materiale è stato integrato con una sezione umbra anche grazie alla collaborazione di istituzioni locali come il Comune di Perugia, la Soprintendenza archivistica dell’Umbria, la Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, la Camera di commercio di Perugia e l’Ufficio scolastico regionale.

Da qui l’unione di tante fonti documentarie: non solo scritti, ma anche materiali fotografici, manifesti di propaganda, dipinti e cimeli di guerra.

Colpiscono i ritratti delle vecchie fotografie, volti di tanti combattenti umbri –  molti dei quali non hanno fatto più ritorno a casa – che per la prima volta escono dal Museo centrale del Risorgimento di Roma per trovare spazio a Palazzo Baldeschi.

E colpiscono le parole di Enzo Valentini nelle lettere inviate quotidianamente alla madre raccolte nel 1930 in quello che è diventato un vero e proprio diario personale: “Enzo Valentini volontario di guerra. Lettere e disegni”. Il diario è esposto nella sala dedicata a Perugia, dove troneggiano grandi riproduzioni fotografiche delle celebrazioni al Milite Ignoto del 27 ottobre 1921.

Era di certo motivo di orgoglio, per un soldato, dimostrare di aver sconfitto l’avversario. Il piano di coda di un aereo austriaco abbattuto da Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana, è uno dei cimeli presenti in mostra a testimoniarlo.

I visitatori possono vivere anche la tragica esperienza della trincea, riprodotta con installazioni video che proiettano filmati accompagnati da un audio realizzato dai futuristi che si caratterizza per i rumori frastornanti delle nuovi armi. Restando in tema di voci, si può ascoltare quella originale del generale Armando Diaz che legge il bollettino della Vittoria.

Una mostra composta esclusivamente da materiali autentici che entra nel vivo della Grande guerra attraverso, l’abbiamo detto, la vita di ogni singolo soldato.

 

Sede: Palazzo Baldeschi, Corso Vannucci, 66 – Perugia

Orari di apertura: martedì, giovedì, sabato e domenica per l’intera giornata  (10-13 e 15-20),  il mercoledì e venerdì dalle 15 alle 20. Lunedì chiuso.

Il costo del biglietto è di 3 euro,  ingresso gratuito per gli studenti.

mail: info@fondazionecariperugiaarte.it

 

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